lunedì 21 febbraio 2011

Alessandria-Alto Adige 0-0


Il pareggio dell'Alessandria in casa contro l'Alto Adige per 0 a 0 ha creato dibattito più nel dopo partita che per quello che è accaduto sul fradicio terreno del Moccagatta. La partita in sé è stata caratterizzata da un primo tempo in cui gli alto atesini si sono evidenziati per grinta e coraggio, con i Grigi troppo spesso imbavagliati dagli avversari. Nella ripresa l'Alessandria ha avuto maggiori chance per andare in gol, in almeno un paio di circostanze anche clamorose, ma il risultato finale, caratterizzato dal risultato ad occhiali, può ritenersi giusto. Al termine del match, se mister Sarri ha voluto sottolineare, verso chi avanza eccessive pretese su questa compagine, che l'obiettivo primario (ovvero la tranquilla salvezza) è ormai stato ampiamente centrato, tanto che i Grigi da diversi mesi sono in piena zona playoff, il Presidente Veltroni ha voluto esprimere una certa sua perplessità nel vedere una città poco attenta ad una compagine che è in piena lotta per agguantare un obiettivo storico (infatti erano almeno trentasette anni che i mandrogni non lottavano in modo così costante per salire tra i cadetti). Se nel dopo partita di Alessandria-Alto Adige quelle parole potevano sembrare lo sfogo per una giornata un po' storta (pareggiare in casa contro una squadra impelagata nei bassifondi della classifica non fa mai piacere), nel lunedì patron Veltroni, intervistato in una trasmissione su Radiogold, sostanzialmente ha sottolineato due aspetti da cui non si può prescindere al pensiero dei Grigi in serie B: “Alessandria (e l'Alessandria) ha bisogno di uno stadio nuovo e di maggior pubblico”. A vedere Alessandria-Sud Tirol erano presenti solo 776 paganti più i soliti 422 abbonati. A questi possiamo aggiungere accreditati di varia specie e “portoghesi” da tribuna centrale, ma il risultato non cambia. Malgrado l'ottima posizione in I divisione, il Moccagatta fa una fatica immane a raggiungere il confine dei 1500 spettatori. Tanto pubblico così, anzi, poco pubblico così, lo si registrava negli anni ottanta quando i Grigi erano nei bassifondi della C2. Oppure alla fine dei “novanta”, quando con Maselli si “bucò” clamorosamente la stagione di C2 1998-99. In Eccellenza (2004-2005) c'era più gente allo stadio. Se si pensa ai 7 mila di Alessandria-Livorno (C2, 83-84) o ai 6 mila di Alessandria-VeneziaMestre (87-88 in C2) qualche interrogativo occorrerebbe porselo. Cerchiamo quindi di dare alcune semplici riposte: se politicamente l'approccio maggioritario sta rivelandosi un flop, sotto il profilo calcistico invece è un successone. Le nuove generazioni crescono con l'idea che il calcio sia quello televisivo caratterizzato da Milan, Inter e Juventus. Tutto ciò che va al di là di queste squadre viene snobbato. Reggono alcune compagini di gradi città (Genoa, Sampdoria, Roma, Lazio) per il resto è buio pesto, sotto il profilo del pubblico. Perfino il San Paolo di Napoli spesso e volentieri è caratterizzato da ampi spazi vuoti. In serie B reggono Atalanta e Novara, ma le gare del Torino sembrano un adunata di pochi intimi. Alessandria fino a qualche anno fa era riuscita a non cadere nel tranello del calcio televisivo. Però, da un paio di stagioni anche i Grigi sono diventati vittime del calcio da salotto. E Vetroni se ne sta accorgendo. Eccome.
Sul fronte stadio nuovo, cosa dire? Veltroni mette le mani avanti e dice che l'Alessandria in serie B non può giocare al Moccagatta. Si rende anche disponibile a costruirselo da solo lo stadio. Ma occorrono i soldi. Uno stadio attualmente non è un investimento adeguato per un'amministrazione e una collettività. Il rapporto costi-benefici rimane qualcosa di spaventosamente incerto. Negli scorsi mesi il duo Fabbio-Repetto aveva srotolato piantine e fatto vedere immagini al computer di uno stadio nuovo. Tanti tifosi ci hanno creduto sul serio a quei progetti. Ma nell'Italia dei tagli e dei bunga bunga, dei costi esagerati di asili e mense e dei patti di stabilità che impediscono ai comuni di assumere pure i vincitori di concorso, parlare di stadi nuovi è operazione assai ardua. A meno che non vi sia un puro coinvolgimento di privati. Se lo si fa per pura propaganda, va bene tutto. Ma quando si deve passare a fare alla politica del fare, il discorso cambia. E si fa arduo. Quindi c'è da chiedersi cosa sarà stato mai detto a Veltroni, otto mesi fa, per convincerlo a comprare l'Alessandria. E a chiederselo ora è proprio Veltroni stesso.